Le carte girano e si scambiano, si bloccano o tornano indietro in base alle figure e alle loro concatenazioni. Una smazzata dopo l’altra, i giocatori decrescono fino al duello finale, che decreterà il vincitore del tavolo e della partita.
Il successo di questo gioco, di facile apprendimento, è racchiuso proprio nel riconoscimento dei comportamenti vitali di ognuno, fatti di imprevisti, casualità ma anche di opportunità. La tavolata di giocatori può essere ricondotta alla rappresentazione della società civile, al cui interno è presente tutta l’eterogeneità del genere umano. Ci sono i brutti ceffi, le persone che vivono ai margini della società, rappresentate dalle carte più basse: la Nulla, la Secchia, il Mascherone, il Leone, da cui tutti fuggono. Sono presenti anche le persone facenti parte del ceto medio, riconoscibili nelle carte numerali da I a X, che, se nessuno le disturba, vivono tranquillamente la loro vita nella società civile; nel gioco, se ne starebbero indisturbate in attesa della conclusione della mano, ma, come accade nella realtà di tutti i giorni, possono essere coinvolte in situazioni inaspettate, non volute,
e a volte sono costrette a scambiarsi di posto con Nulla, Secchia, Mascherone e Fu.
Tutte le persone presenti nella società (nello STU’ i giocatori) hanno la possibilità di dare una svolta al proprio destino (nel gioco attraverso il passo), a volte con successo (col passo ricevono una carta migliore) altre volte pagando duramente il rischio corso (imbattendosi nei trionfi). Ma, come nella vita, anche lo STU’ offre l’opportunità di ricominciare da capo per raggiungere lo scopo che ciascuno si è posto e che nel gioco è il montepremi finale: attraverso la ricompra e, a fine partita se la fortuna assiste gli esclusi, attraverso il rientro di tutti se “s’argod”, ossia se si verica quella particolare situazione per cui tutti i giocatori precedentemente esclusi hanno la possibilità di rientrare in gioco.
Il gioco dello STU’ è semplice. E’ un gioco ad eliminazione in cui ciascun giocatore versa una posta al piatto e ha l’obiettivo di aggiudicarsi il montepremi formato dalla somma delle poste. Ad ogni giro di carte, il possessore della carta peggiore paga pegno, consegnando al mazziere una delle tre pedine in suo possesso. Chi alla fine del gioco rimane in possesso di almeno una pedina si aggiudica lo STU’.
Cuccu n. 21 Masenghini carte
Carte da Cuccu piu antiche metà 1700 – Nicolino Farina
Almondo – data imprecisata
Ferdinando Gumppenberg Milano 1820
Il dilettevole gioco del cucco – F. Gumppenberg – ristampa Edizioni del Solleone 1846
Mazzo di carte da Cucù – Guglielmo Murari – Nicolino Farina con bollo 11 settembre 1901
Carte da Cucù Camplese -Sconosciuto – Riproduzione a cura di Nicolino Farina (originale metà 19° secolo)
Dilettevol giuoco del Chuchu N. 101 – Faustino 1960 bollo lire 300
Mazzo di carte da Cucù Camplese – 2018 Disegnatore Nicolino Farina
Killekort – Svezia Fabbricante Lithografiska AB Anno stampa bollo 1905÷1940
Prima Kambio-Kort N°. 368 – Helt Lackerade – Svezia Fabbricante Aktieb J. O. Öberg & Son Anno stampa 192x-193x
Killekort. Nr. 369 – Svezia Fabbricante AB. J. O. Öberg & Son Anno stampa 1944
Gnav Spil – Danimarca Fabbricante C E S Anno stampa 1945 circa
Killekort 368 – Svezia Fabbricante Öbergs Esselte AB Anno stampa 197x
Gnav 79 – Danimarca Fabbricante Ouroboros Anno stampa 1979
Gnav Norvegese – Norvegia – disegnato in Italia Fabbricante Nicolino Farina Anno stampa 2020